Il 12 novembre si celebra il World Pneumonia Day, ossia la Giornata Mondiale contro la Polmonite, giunta oramai alla sua undicesima edizione. Secondo l’Unicef, la polmonite resta ancora uno dei principali killer dell’infanzia.
Un recente studio di “Save The Children” rivela che ogni anno a causa di questa malattia muoiono 1 milione di persone e 4 su 5 sono bambini aventi meno di 2 anni. Secondo l’OMS, bisogna rendere più facilmente accessibili le cure per la polmonite in ogni parte del mondo, perché la polmonite è sì una malattia grave, ma può essere curata, prevenuta e sconfitta.
Perché esiste il World Pneumonia Day?
Purtroppo nel 2020 ancora si muore di polmonite non solo nei paesi poveri, ma anche in quelli ricchi. Lo scorso anno sono morti di polmonite 800.000 bambini con meno di 5 anni, ossia un bambino ogni 39 secondi. Dal 2000 c’è stata una diminuzione del 40% dei decessi causati da questa malattia. Diagnosi precoce e terapia adeguata possono salvare numerose vite.
Nei paesi a basso reddito il 40% dei bambini con sospetta polmonite non viene ospedalizzato né riceve cure adeguate. Il World Pneumonia Day ha lo scopo di sensibilizzare l’opinione globale e in particolar modo i paesi più colpiti a sviluppare strategie per ridurre la mortalità a causa di questa malattia.
Si auspica per il 2030 di porre fine alle morti per questa patologia o almeno di ridurre a meno di 3 ogni 1000 nati il numero di decessi per polmoniti infantili. Ancora oggi questa infiammazione acuta dei polmoni resta la prima causa di mortalità infantile nel mondo. Non sempre la polmonite si manifesta con sintomi gravi come tosse, febbre alta, respiro corto. Spesso nelle persone anziane si può manifestare senza nè febbre nè tosse, per questo una giusta diagnosi da parte del medico e la giusta cura assunta velocemente può salvare diverse vite.