Per chi ama l’atmosfera magica del Natale con il suo bagaglio di storie e leggende, può essere molto interessante conoscere la storia delle figure femminili del Natale, un patrimonio culturale che nel corso dei secoli è andato dimenticato. In un mondo odierno fortemente patriarcale, è un bene riportare alla luce queste donne e ridare nuova linfa alle loro storie. C’è da dire che non è sempre semplice risalire alla loro origine nel mondo pagano, poiché molte figure sono state adattate dalla Chiesa Cattolica e “cristianizzate”.
La storia delle figure femminili del Natale
La prima figura di cui vogliamo parlarvi è Santa Lucia, la santa patrona di Siracusa celebrata il 13 dicembre, giorno in cui cadeva il Solstizio d’Inverno (Yule) quando era ancora in vigore il Calendario Giuliano (con il Calendario Gregoriano è diventato il 21 dicembre). Il nome Lucia significa letteralmente “portatrice di luce”. Nel mondo scandinavo è nota come Lussi e viene celebrata alla Lussinatta (Notte di Lussi). Molto tempo prima della Santa cristiana quindi c’era già Lussi, raffigurata con una corona di candele accese (simbolo di luce) e con un mazzo di spighe di grano ed accompagnata da bambini (tomtenisser o stijarngossar).
La seconda delle donne del natale è Christkind, non associata però a nessuna santa. Letteralmente significa “Gesù bambino”, ma stranamente è rappresentato da una donna adulta. Seconda la tradizione germanica, Christkind è colei che porta i doni ai bambini, vestita d’oro e con una corona di raggi solari (probabilmente in origine era una dea del sole e della luce).
La terza figura femminile del natale è Snegurochka, il cui nome letteralmente significa “fanciulla di neve”. Nel folkore russo è uno spirito natalizio o una dea dell’inverno, identificata come aiutante di Babbo Natale (Nonno Gelo ossia Ded Moroz in russo). Ha gli occhi blu come il ghiaccio d’inverno, gote rosse e un lungo abito celeste. Si narra che durante l’inverno racconti storie del freddo Nord ai viandanti, che ami danzare e che abbia il dono di controllare la neve. Questa candida figura ha ispirato il racconto “La bambina di neve” di Ivey e la famosa Elsa di Frozen.
Frau Holle è un’altra donna del Natale il cui ricordo è quasi andato perduto. Si narra che sia una dea dell’inverno anziana, protettrice del focolare domestico. I fratelli Grimm le hanno dedicato tante fiabe.
Perchta, invece, nota anche in Germania come Berchta o Bertha, era una dea raffigurata come una bellissima dama vestita di bianco che proteggeva il raccolto. Come la Befana italiana, veniva celebrata la notte del 6 gennaio e in origine distribuiva doni (una moneta d’argento ai bimbi buoni, un taglio sulla pancia ai bambini cattivi).
Gryla, invece, è una figura femminile del natale appartenente alla tradizione islandese. Nota sin dal 1600, a differenze delle altre donne precedentemente citate, questa è una figura femminile malvagia e spaventosa. Veniva raffigurata mezza troll e mezza orchessa, dotata di corna, zoccoli, 15 code e un naso grande pieno di verruche. Viveva con 13 figli; tutti aventi nomi spaventosi come “Uncino da carne” e “Spione delle finestre”. Gryla mandava i figli nei villaggi a rapire i bambini per poi cucinarli e mangiarli. I bambini islandesi erano talmente spaventati che nel 1746 fu emanata una legge che proibiva l’uso di questa figura per intimidire i bambini.
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