Le cellule staminali del cordone ombelicale sono un argomento di notevole interesse per la ricerca medica. Attualmente queste staminali sono impiegate per diversi scopi e sono numerosi i progetti di ricerca in corso, che si prefiggono l’obiettivo di accrescere la nostra conoscenza dell’argomento e di trovare nuovi possibili impieghi per le staminali del cordone ombelicale.
Nel cordone ombelicale e nella placenta è presente il sangue cordonale, molto semplice da prelevare ed anche congelabile per poter essere utilizzato in un secondo momento. I consigli per la conservazione del cordone ombelicale sono utili, perché spiegano come fare per sfruttare al meglio le opportunità offerte dal cordone stesso.
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Trapianto di cellule staminali cordonali
Un aspetto interessante del sangue cordonale è che in esso si trovano le cellule staminali ematopoietiche . Si tratta di cellule staminali pluripotenti, le quali possono dar vita a tutte le cellule ematiche, comprese quelle del sistema immunitario. E’ vero che si potrebbero utilizzare anche le staminali prelevate dal midollo osseo – intervento che viene fatto di frequente – ma le staminali del cordone godono di un grande vantaggio: studi scientifici hanno dimostrato che l’incompatibilità si verifica in un minor numero di casi e che usando queste cellule la malattia del trapianto contro l’ospite ha un’incidenza molto ridotta.
Va segnalato anche però un limite del sangue cordonale. Facendo un confronto con il prelievo di midollo osseo, nel sangue del cordone ombelicale la concentrazione di staminali è ridotta e questo spiega come mai sia spesso necessario ricorrere ad una doppia dose per eseguire il trattamento.
Le staminali di cui si sta parlando possono essere usate come trattamento per le malattie ematologiche. Alcuni studi stanno cercando di definire se queste stesse cellule possano essere sfruttate anche per la cura di malattie non ematologiche, ma al momento non ci sono dati statisticamente significativi per affermare che ciò sia possibile.
Donare il sangue del cordone ombelicale
E’ possibile effettuare la donazione del sangue del cordone ombelicale, impegnandosi in un gesto altruistico che potrebbe salvare la vita di altre persone. La donazione non comporta alcun dolore né per la madre, né per il nascituro e non comporta alcun tipo di effetto avverso.
Per una donazione ideale il clampaggio del cordone dovrebbe avvenire entro un minuto dalla nascita. Si è visto però che i nascituri godono di alcuni benefici se il cordone viene clampato dopo due minuti dalla nascita e dunque sono state redatte delle linee guida per definire come e quando la manovra deve essere eseguita. Le linee guida attuali affermano che l’operazione non può essere eseguita prima che sia trascorso almeno un minuto dalla nascita, in modo da non arrecare alcun danno al nascituro.
Il sangue raccolto con queste donazioni viene congelato e viene conservato nella banca del sangue di riferimento. Ogni regione italiana ne ha una, che si occupa di raccogliere e di gestire tutte le donazioni fatte nel suo territorio di competenza.
Chi può usare il sangue cordonale presente nelle banche?
Attualmente il sangue cordonale e dunque le cellule staminali del cordone ombelicale possono essere utilizzate per il trattamento di malattie ematologiche in bambini ed adulti. Fino a qualche hanno fa non era possibile sfruttare questa terapia in pazienti con peso superiore ai 40 kg, a causa della scarsità di risorse di staminali. E’ stata però sviluppata una nuova procedura, che consente di somministrare una doppia dose per trattare anche i pazienti più grandi.
La normativa italiana prevede anche una procedura speciale nel caso in cui le staminali cordonali dovessero essere impiegate per curare un parente del nascituro. Nella normativa attuale non è invece consentito di congelare il sangue per fine autologo, ovvero di congelare il sangue cordonale per far sì che lo stesso donatore possa eventualmente utilizzarlo in futuro in caso di sviluppo di una malattia ematologica.