Era una mattina del 1980 quando a Pietraroja (Benevento) fu scoperto dal veronese Giovanni Todesco quello che ancora oggi è considerato il dinosauro meglio conservato al mondo. Fu battezzato “Ciro”, con il più famoso nome campano, ma in realtà il nome esatto è “Scipionyx samniticus”. Si tratta di uno dei fossili più significativi di tutta la storia della paleontologia e non a caso nel 1998 era sulla copertina di Nature come una delle più sensazionali scoperte al mondo.
Più recentemente (2011) esperti del settore hanno riesaminato, con tecnologie molto più avanzate, il fossile del dinosauro Ciro e hanno scoperto che i suoi organi interni fossilizzati sono in eccezionale livello di conservazione fino al livello cellulare.
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La vita di Ciro, breve ma intensa
Ciro è un dinosauro lungo 50 cm ed è l’unico esemplare al mondo di Scipionyx samniticus (il cui nome significa “l’artiglio di Scipione che viene dal Sannio”). Risale a 110 milioni di anni fa (ossia al Cretaceo inferiore). Dalle dimensioni ridotte e da alcune caratteristiche specifiche come gli occhi enormi e il muso corto, si capisce che è un esemplare immaturo ossia un cucciolo. Comparando con simili della stessa specie (la famiglia dei Teropodi la stessa dei Velociraptor), si ritiene che da adulto Ciro avrebbe superato i due metri e mezzo di lunghezza. Il baby dinosauro italiano pesava 200 grammi ed era coperto da un sottile strato di piume.
A rendere il dinosauro Ciro un esemplare unico al mondo è il suo straordinario stato di conservazione: non solo tutto lo scheletro intatto dalle zampe alla testa, ma anche denti, artigli, tessuti molli ed organi interni (fegato, esofago, intestino, trachea, vasi sanguigni, capillari e addirittura le feci). Dalla paleo-autopsia, sappiamo che Ciro era appena uscito dall’uovo, aveva ancora la fontanella aperta sul cranio ed ebbe giusto il tempo di fare il primo pasto e sgranchirsi le piccole gambe. Addirittura sappiamo l’ordine in cui furono digeriti i suoi pasti o prede (un dato impossibile da ricavare da altri fossili) che sono collocati in punti diversi del tubo digerente:
- due pesci (di cui una sardina),
- un piccolo rettile
- una zampa di lucertola.
Esaminando le sue prede si è scoperto che Ciro non si è nutrito quindi solo di carne, ma anche di pesce. Il rinvenimento nel suo stomaco di una zampa di lucertola ci fa capire che Ciro fu anche nutrito dai suoi genitori con pezzetti di prede catturate e sminuzzate appositamente per lui. Il piccolo dinosauro Ciro non ebbe neppure il tempo di digerire la zampa di lucertola che la morte sopraggiunse violenta. Sicuramente non fu la fame ad uccidere il baby dinosauro italiano. Forse fu un uragano la causa di morte, chissà, di sicuro fu un evento naturale improvviso che pose fine per sempre alla vita di Ciro durata neppure una settimana.
Grazie al luogo in cui si trovava e alle particolari condizioni climatiche e chimiche, i suoi organi si sono perfettamente conservati e il suo stato di conservazione lo rende ancora oggi il dinosauro meglio conservato al mondo.
L’esistenza di Ciro è durata un soffio, giusto pochi giorni di vita.
Il fumetto da colorare dedicato a Ciro il dinosauro
“Ciro il Dinosauro” è divenuto un fumetto da colorare dedicato proprio al baby dinosauro italiano. Il fumetto è stato realizzato durante l’emergenza Covid-19 da Alessio Santamaria.
Un libro ideale per i bambini che sono attratti da sempre dai dinosauri ed un modo per raccontare e spiegare loro la storia dei dinosauri.
Il fumetto “Ciro il Dinosauro” lo potete scaricare gratuitamente direttamente dal sito della Fandango Libri
Se invece volete un libro dedicato al baby dinosauro Ciro per leggerlo e studiarlo coi vostri bambini vi consiglio questo a seguire
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