Le lenti progressive (o lenti multifocali) ormai hanno preso il posto delle lenti bifocali. Si tratta di particolari lenti dotate di tre zone di visione differenziate, che permettono quindi di vedere da vicino, da lontano e nelle zone intermedie con un unico paio di occhiali. Alzare lo sguardo, ad esempio, permette di vedere da lontano; abbassarlo consente di vedere da vicino e guardare davanti a sé permette di osservare in maniera nitida le distanze intermedie. Si tratta, pertanto, di una soluzione pratica ed esteticamente gradevole. Le caratteristiche delle lenti progressive le rendono particolarmente adatte a correggere ipermetropia, astigmatismo, miopia, o presbiopia.
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I problemi nell’utilizzo delle lenti progressive
L’utilizzo di lenti progressive spesso causa diverse problematiche nei primi tempi. Questo, perché bisogna adattarsi al focus che cambia rapidamente da lontano e da vicino. In particolare, molte persone hanno dichiarato di aver avuto problemi nel salire o scendere le scale, specialmente per colpa della difficoltà a percepire la distanza e la profondità. Sono frequenti, inoltre, anche i dolori alla testa, le vertigini, la nausea, la restrizione del campo visivo e la sensazione che lo spazio attorno sia “ondeggiante”. Per alcuni soggetti si verificano solo alcuni di questi disturbi, per altri tutti; altre persone, invece, non hanno nessun problema di adattamento.
Come adattarsi alle lenti progressive
Per adattarsi a questa tipologia di lenti, è possibile seguire alcuni consigli. Come prima cosa, è fondamentale utilizzare il più possibile questi occhiali, evitando di cambiarli con quelli che si utilizzavano in precedenza. Minore è la frequenza con cui vengono utilizzate le lenti progressive e maggiore sarà il tempo che ci vorrà per abituarsi. Il secondo suggerimento è imparare a riconoscere le diverse zone. Le lenti progressive, infatti, come già spiegato, possiedono tre aree differenziate, che permettono di vedere da lontano, da vicino e a distanza intermedia.
A seconda di come si posiziona lo sguardo, si ottiene un risultato differente. Proprio per questo, è sconsigliabile utilizzare l’intera area di visione come si fa, invece, con le lenti tradizionali. Questo meccanismo potrebbe essere, inoltre, difficoltoso per i più piccoli: per questo, se si ha intenzione di utilizzare le lenti progressive per correggere un difetto visivo di un bambino, è sempre meglio chiedere il parere di un oculista.
I problemi di adattamento
In genere, abituarsi alle lenti progressive richiede tra i 15 ed i 20 giorni. Ovviamente, queste sono solo delle stime: per alcuni ci vuole meno tempo, per alcuni giusto qualche giorno in più. Tuttavia, se dopo molto tempo le lenti progressive risultano essere fastidiose, allora potrebbe esserci un problema diverso da risolvere. Ad esempio, la difficoltà di adattamento potrebbe essere un’avvisaglia di una patologia oculare non trattata, in contrasto con l’utilizzo di questa tipologia di lenti. Ancora, potrebbe esserci un problema di realizzazione errata degli occhiali, per via di una valutazione sbagliata dei problemi visivi oppure per la centratura imprecisa.
L’ottico, infatti, ha il compito di misurare con precisione la distanza interpupillare e la distanza tra il centro ottico e il margine inferiore degli occhiali, al fine di realizzare un modello confortevole per il paziente. Un ulteriore problema è la scelta di una montatura inadatta all’utilizzo di lenti progressive: è necessario trovarne una abbastanza alta, in modo da evitare che le diverse zone possano essere troppo ravvicinate tra loro. In ogni caso, in genere i professionisti consigliano le montature adatte tra le quali scegliere per un risultato ottimale.