La fecondazione in vitro sta permettendo negli anni a diverse coppie di diventare genitori, una scelta che va presa con consapevolezza ma che può avverare il desiderio di donne di diventare madri e di uomini di diventare padri.
Vediamo insieme in questa breve guida cosa sia la fecondazione in vitro, come affrontarla e quando ricorrervi.
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Fecondazione in vitro quando si fa
La fecondazione in vitro, detta anche FIVET, si basa sull’unione di ovulo e spermatozoo in laboratorio. Una volta che l’embrione è fecondato viene trasferito in utero materno, questo procedimento viene effettuato in ambiente sterile della sala operatoria, non è pericoloso e la procedura è piuttosto rapida. Sii deve attendere che l’ovulo fecondato attecchisca per confermare la presenza di gravidanza. E’ necessario attendere circa 12 giorni prima di poter fare nu test di gravidanza e verificarne la presenza.
Lo sperma utilizzato per l’inseminazione artificiale può essere del proprio partner ma anche in di un donatore. Dipende dai problemi di fecondazione della coppia che ricorre a questa pratica. Il donatore solitamente viene richiesto quando il proprio partner ha un liquido seminale non ottimale per la fecondazione, qualora soffra di qualche malattia che lo ha reso sterile o lo è dalla nascita e infine quando con la fecondazione col liquido seminale del proprio partner fallisca dopo diversi tentativi.
In caso il partner uomo non abbia nessun problema si procede alla fecondazione in vitro col liquido seminale dello stesso e in particolare la procedura viene richiesta quando la donna è affetta da endometriosi in stato avanzato, quando la conta degli ovociti è limitata per genetica o per età avanzata, infine quando le tube di Falloppio sono danneggiate o si è subita una asportazione delle stesse.
Step della fecondazione in vitro
Come ogni pratica medica anche la Fivet richiede che venga eseguita in modo scrupoloso da personale competente e che vengano seguiti appositi step della fecondazione in vitro perché questa abbia la maggior percentuale di successo. Questi sono:
- stimolazione ovarica;
- prelievo degli ovociti;
- fecondazione degli ovuli;
- coltura degli embrioni in laboratorio;
- impianto degli embrioni in utero materno;
- vitrificazione degli embrioni rimasti fecondati;
La stimolazione ovarica dura circa 3 settimane e si con iniezioni dedicate alla donna per farle produrre il maggior numero di ovociti. Questi vengono poi prelevati dalla stessa dopo un controllo ecografico e se le condizioni di salute della donna lo permettono, se i i follicoli hanno raggiunto le dimensioni necessarie e se gli ovuli sono in numero sufficiente. La procedura viene eseguita sempre in ambiente sterile della sala operatoria.
A questo punto si passa alla fecondazione degli ovuli, a questo punto vengono monitorati, gli embrioni considerati idonei vengono tenuti gli altri scartati. Gli embrioni scelti vengono trasferiti in utero con una cannula apposta e poi non resta che attendere. La donna resterà sdraiata il tempo necessario per il trasferimento e qualche ora dopo. Viene poi rimandata a casa e può essere prescritta una terapia ormonale a base di progesterone per facilitare l’impianto dell’embrione fecondato.
Gli embrioni idonei ma non utilizzati passano alla vitrificazione per poter essere utilizzati in un secondo momento qualora non si abbia gravidanza al primo tentativo.