Nel precedente post vi ho lasciato le filastrocche di carnevale per bambini in particolare quelle dei nostri più grandi scrittori italiani come Gianni Rodari e D’Annunzio.
Qui a seguire invece vi lascio le filastrocche sulle maschere del Carnevale come Arlecchino, Brighella, Gianduja e così via.
Indice Contenuti
5 filastrocche sulle maschere del carnevale

Filastrocca sulla maschera di Arlecchino
Arlecchino grande burlone
ne pensa una e ne combina un vagone.
Ruba i giornali al giornalaio,
soffia la farina del vecchio fornaio.
Con la carta fa tanti coriandoli
da lanciare ai bimbi, sui loro visi
e con la farina come pagliacci,
gli imbianca i sorrisi!
Filastrocca sulla maschera di Brighella
Son Brighella, attaccabrighe.
Ho la casacca con le righe,
righe verdi ed alamari,
sempre le tasche senza denari.
Mangio molto, non spendo mai:
niente soldi e niente guai!
Filastrocca sulla maschera di Colombina
Vestito bianco
ho di bucato,
verde il grembiule
come un prato.
Dalla cuffietta
di tutti i colori
i riccioli
scappano fuori.
Filastrocca sulla maschera di Gianduja
Giacca marrone, panciotto giallo
porto i colori del pappagallo;
calzoni verdi, calzette rosse,
col vino mi curo tonsille e tosse.
Naso paonazzo, cappello tricorno
son Gianduja perdigiorno.
Se non vi basta il cappellino
c’è la parrucca col codino.

Filastrocca sulla maschera di Pulcinella
La mia città del mondo è la più bella;
c’è il Vesuvio, Sorrento, il golfo, il mare…
fan le chitarre la serenatella,
i pescator si sentono cantare:
per me, quel che mi piace e mi fa gola
son solo i “maccheroni a’ pommarola!”.
Filastrocca sulla maschera di Peppe Nappa
Nel clamor del Carnevale
svelta la tristezza scappa
ed è cosa assai normale
che arrivi Peppe Nappa.
Col vestito celestino
corre e gioca a girotondo,
sembra sempre ragazzino
mette sottosopra il mondo.
Porta a spasso un gran cappello
su un testone portentoso,
lui si crede molto bello
perch’è proprio vanitoso !
Dicon sia tonto un poco
ma la cosa non lo turba,
la sua vita è solo gioco
e la mente forse furba.
Son Peppe Nappa siciliano,
mascherina un po’ da niente
ma ho il cuore nella mano
e il sorriso do alla gente.
Filastrocca sulla maschera di Rugantino
Sono romano e peggio di Nerone!…
con un sospiro solo uccido il mondo;
sogno fucili e palle di cannone,
però son buono, molto buono, in fondo.
E se per abitudine le sparo,
ne busco sempre come un buon somaro!
Filastrocca sulla maschera di Stenterello
Io son cresciuto sotto il cupolone
e son toscano fin nelle midolle;
ma se mi danno torto ed ho ragione,
il sangue tutto quanto mi ribolle…
Quante volte m’ha visto il fiorentino
leticar con un fiasco di buon vino!
Filastrocca e storiella sulle maschere del carnevale
Viva Viva di Solas Boncompagni
Viva, viva Balanzone,
il dottore sapientone.
Viva, viva l’Arlecchino
che di toppe si vestì.
Viva, viva Pulcinella
che fa rima con Brighella.
Viva, viva Colombina
che non dice mai di sì.
Viva, viva Stenterello
che ricorda Farfarello.
Viva, viva Pantalone
che di rosso si vestì.
Viva, viva Facannappa
che fa rima con la pappa.
Un evviva anche a Pinocchio.
La canzone ha fine qui.

Storiella di Carnevale di Maria Loretta Giraldo
Pulcinella aveva un giaccone
grosso, pesante, di lana arancione;
un giorno che fuori tirava vento
se ne andò in giro felice e contento,
ma dopo avere un po’ camminato
già si sentiva tutto sudato.
Arlecchino aveva un cappotto
mezzo bucato e mezzo rotto;
un giorno che fuori soffiavano i venti
tremava, tossiva, batteva i denti.
Disse Arlecchino: “Caro compare
i nostri indumenti potremmo scambiare!”.
Lieto è il finale di questa storiella
per Arlecchino, per Pulcinella:
nessuno più suda né batte i denti
e vissero tutti felici e contenti.
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