La giornata internazionale della gioventù ovvero il World Youth Day, anche nota con la sigla GMG, è una ricorrenza istituita dall’ONU nel lontano 1999. Lo scopo è quello di ricordare l’importanza del ruolo dei giovani nella società. I giovani sono il futuro, sono la risorsa su cui investire e sui cui puntare per migliorare il mondo. Purtroppo l’epoca in cui viviamo non è delle migliori e i giovani stanno riscontrando grandi, anzi immense, difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro e a realizzare i loro sogni. Viviamo in un mondo fatto di furbizia e sotterfugi dove spesso la meritocrazia non viene premiata e i giovani finiscono per isolarsi da tutto proprio per un forte malessere che nasce dall’insoddisfazione della loro condizione attuale.
Giovani e lavoro
Sono tempi duri, di crisi, in cui essere giovani non è poi così bello e spensierato come si crede. La difficoltà di inserirsi nella società, di accettare se stessi nonché di affermare se stessi è davvero una costante al giorno d’oggi. Spesso i media italiani descrivono la maggior parte dei giovani come “inattivi” e senza stimoli, come individui che non lavorano né studiano. In realtà non è affatto vero. Non sono i giovani ad essere sbagliati, ma è la società italiana e le sue dinamiche a farli sentire “inadeguati” e a demotivarli non offrendo loro alcuna opportunità o sbocco lavorativo.
Ma la domanda da porsi è: “che cosa vogliono davvero i giovani?” I giovani vogliono un futuro e per averlo devono prima avere un lavoro. Non c’è nulla di più sbagliato che pensare che le nuove generazioni siano peggiori di quelle precedenti. E’ solo l’epoca che è diversa.
Oggi i giovani però hanno maggiore consapevolezza rispetto al passato. Vogliono sempre inseguire i loro sogni, ma non sono disposti facilmente a rinunciare ai loro obiettivi accettando qualsiasi “impiego” perché vogliono “vivere e non sopravvivere”. Chi vede il male in questo forse non si è ancora reso conto che i tempi sono cambiati e che se una volta si passa la vita a lavorare e si arricchivano gli altri per un misero pezzo di pane e un bicchiere di acqua in tavola, vivendo di stenti giorno dopo giorno fino alla morte, oggi i giovani vogliono vivere, e dico VIVERE! Il che non vuol dire che non vogliono fare nulla, come molti pensano, ma vorrebbero essere pagati il giusto, non essere sfruttati, vorrebbero imparare, ma pochi sono disposti davvero ad insegnare un mestiere.
Che dire forse dovremmo fermarci a riflettere su quello che stiamo offrendo ai nostri figli, su cosa gli lasceremo in futuro sulla base di quello che stiamo seminando oggi!