Ogni anno in data 8 settembre ricorre la Giornata mondiale dell’alfabetizzazione, istituita dall’UNESCO nel lontano 1965. Questa ricorrenza ha lo scopo fondamentale di sensibilizzare l’opinione pubblica a ricordare l’importanza dell’alfabetizzazione che, contrariamente a quanto si pensa, rappresenta ancora una questione spinosa in molti Paesi del mondo afflitti da povertà, guerre e instabilità politica. Non bisogna però credere che sia un problema “lontano” da noi abitanti dei Paesi occidentali, ma riguarda anche i Paesi più sviluppati, Italia inclusa. L’emergenza sanitaria mondiale dovuta al Covid-19, le lezioni in DAD e l’allontanamento prolungato e forzato dagli ambienti scolastici hanno creato nuove problematiche e ancora più difficoltà sia per gli alunni che per gli insegnanti.
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Alfabetizzazione digitale
Perché è così importante l’alfabetizzazione digitale? Oggi non si parla più solo di alfabetizzazione, ma anche di alfabetizzazione digitale che consiste nella capacità di utilizzo dei nuovi media ovvero dei nuovi strumenti di informazione.
Non saper utilizzare i nuovi strumenti informatici e le telecomunicazioni è un grave handicap che può portare l’individuo ad essere fortemente svantaggio nel mondo del lavoro, ma anche ad essere isolato in una società sempre più digitale, social e tecnologicamente avanzata. Essere alfabetizzati oggi non significa più solo saper leggere e scrivere, ma anche saper comunicare usando i nuovi strumenti di comunicazione di massa.
Perché è importante l’alfabetizzazione?
L’alfabetizzazione è essenziale per avere un futuro. Impossibile immaginare una vita senza saper leggere e scrivere, ma purtroppo ciò è ancora una triste realtà per tanti, tantissimi bambini del Terzo Mondo ovvero dei Paesi sottosviluppati che non hanno accesso all’istruzione.
Per calcolare il tasso di alfabetizzazione esiste una formula molto semplice:
(totale persone che sanno leggere e scrivere*100)/popolazione totale
Gli anafabeti in Italia (secondo i dati Istat del 2020) sono l’0,6% della popolazione (circa 300.000 persone). Nel 1861, invece, all’indomani dell’Unità d’Italia c’era il 79% degli analfabeti sul totale della popolazione italiana (con punte del 97% in Sardegna). La situazione cambiò radicalmente dal 1911 con l’introduzione dell’obbligo scolastico (il tasso di analfabetismo scese al 27%.
Analfabetismo funzionale
Occorre fare inoltre una distinzione fondamentale tra analfabetismo e analfabetismo funzionale, ovvero tra coloro che non sanno leggere e scrivere e coloro che pur sapendo leggere e scrivere, non lo sanno fanno in misura tale da soddisfare le esigenze della vita di tutti i giorni e di conseguenza trovano gravi difficoltà sul posto di lavoro. L’analfabetismo funzionale interessa il 47% degli Italiani (1 su 6 è giovane).