Oggi Mamma Naturale incontra Marco Grossi, presidente della Buttefly, squadra di Hockey su prato a Roma e con lui cercheremo di scoprire i segreti di questo sport, che è SPORT OLIMPICO!
Marco, innanzitutto grazie per il tempo che ci dedichi. Quando si parla di Hockey, tutti pensano ai giocatori di hockey su ghiaccio, con protezioni simili a quelle del football americano e pattini ai piedi, perché?
MG: perché spesso nei film americani compaiono scene di hockey ghiaccio con relative risse e attrezzature affascinanti. Viceversa noi ci occupiamo di hockey su prato, sport di origine inglese, diffuso in tutto il mondo, molto giocato nelle Scuole in particolare delle ragazze. È proprio la non conoscenza del nostro sport l’ostacolo al momento più difficile e proprio per questo come Associazione sportiva ci occupiamo di progetti di promozione nelle Scuole.
Hockey su prato è uno sport antico che forse è quello che assomiglia di più al calcio. Ci dici le regole.
MG:Esatto, è come una partita di calcio giocata con dei bastoni e una pallina. Le regole del gioco sono mirate a garantire sicurezza e spettacolarità.Quindi condotte pericolose (contatti corpo- corpo, bastone- bastone, alzare il bastone o alzare la palla) sono vietate, non si può giocare la palla con i piedi, e per fare gol bisogna effettuare il tiro da dentro un’area. Queste le regole principali.
A che età si può iniziare a praticarlo?
MG: I miei figli per esempio hanno cominciato a tre anni ma direi che a partire dai 6 anni, con una percentuale di attività motoria di base, si può benissimo cominciare.
Hai 3 figli tutti giocatori di altissimo livello, tanto da militare nella nostra nazionale. A che età hanno iniziato?
MG: Praticamente allenando sia io che mia moglie ce li siamo sempre portati sul campo fin da quando erano sulla carrozzina…
Hanno mai provato a tradire lo sport di famiglia?
MG:Qualche tentativo c’è stato.
Martina ha fatto anche danza, tennis e atletica leggera con il patto di mantenere l’hockey come sport principale. Agnese ha avuto ed ha tuttora la passione del calcio, cercando senza successo di far parte di una squadra
femminile.
Parliamo della tua squadra, l’associazione sportiva Hockey Club Butterfly. La storia è molto bella perché è la storia di un sogno di un grande amore e di una famiglia. Ci dici come tu e Rita avete iniziato a giocare a Hockey e cosa vi ha spinto a creare una squadra (n.d.r. Rita Esposito è insieme a Marco fondatrice della squadra, hockeysta, allenatrice, moglie di Marco e mamma)?
MG: La cosa è avvenuta in maniera piuttosto naturale. Da ragazzi giocavamo nello stesso Club, ci siamo piaciuti e poi sposati. Una volta avuti i primi due figli un pomeriggio con loro e alcuni amichetti siamo andati al campo per giocare a hockey. La cosa è piaciuta e i genitori ci hanno chiesto di andare avanti. E così è stato con l’aggiunta di una massiccia opera di promozione nelle Scuole del quartiere. Sia io che Rita siamo insegnanti e quindi sappiamo come trattare con i bambini, sappiamo.che ognuno ha tempi diversi e che la cosa piu’ importante comunque è divertirsi, rispettando regole e compagni e fare le cose con impegno.
Perché avete scelto questo nome e come vi siete messi d’accordo sui colori sociali?
MG: Domanda ricorrente. Nasce dalla partecipazione del gruppo militare di hockey di stanza a Orvieto, del quale facevo parte, ad un torneo internazionale a Losanna. Si trattava di darsi un nome e, non so perché venne scelto Madame Butterfly. Colori sociali non ricordo…
Quante squadre avete al momento e quali sono stati i successi che vi hanno reso orgogliosi e quali i traguardi che desiderate raggiungere?
MG: Al momento siamo il primo Club in Italia per numero di squadre avendo tutte le squadre iscritte ai campionati dall’U12 alle prime squadre sia maschili che femminili. Le soddisfazioni maggiori sono state le promozioni nella massima serie della squadra maschile e della femminile, proprio questa estate. I tornei scolastici impegnativi e bellissimi.
Al momento la soddisfazione maggiore è avere due squadre in serie A dove vorremmo restare più a lungo possibile.
Quali sono le accortezze nel momento in cui un bambino decide di iniziare a giocare?
MG: Non avere fretta innanzitutto.Poi avere cura del proprio materiale, bastone innanzitutto. Indossare parastinchi e paradenti. Non si sa mai….
Quando vi allenate e dove vi troviamo?
MG: Ci trovate a Roma nord, al bellissimo campo di hockey del Centro CONI G.Onesti a Roma, un’oasi di pace. Sul sito www.hockeybutterfly.it potrete trovare le informazioni e i contatti utili. Attenzione! Giocare a hockey può creare dipendenza.
Grazie Marco per il tempo che ci hai dedicato. Di seguito dei link interessanti: la lista delle società affiliate alla Federazione Italiana Hockey con relativi campi.
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GW