Spina bifida neonatale: la medicina fa passi da gigante, questa tanto temuta malformazione può essere operata in utero.
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Spina bifida: cos’è, come si sviluppa
Si tratta di una malformazione congenita che da luogo ad una lesione a livello del midollo, in pratica la parte terminale del spina dorsale non è chiusa correttamente e il midollo viene a contatto con il liquido amniotico, più passa il tempo più gravi daranno le conseguenze ovvero: paralisi degli arti inferiori, idrocefalo, incontinenza intestinale e urinaria, riduzione della sensibilità. Non è che con la spina bifida non si possa convivere ma crea notevoli disagi, dopo la nascita si può intervenire ma non è più reversibile.
Questa malformazione si sviluppa durante il primo mese di gravidanza quando è difficile effettuare controlli. Può esser causata da diversi fattori: ereditarietà, obesità della madre, carenza di acido folico o cause ignote.
Come si può prevenire? Iniziando da prima del concepimento ad assumere acido folico nel dosaggio che vi prescrive la ginecologa.
Spina bifida neonatale: è operabile in utero
La novità è che si son fatti avanti e si stanno già svolgendo interventi alla spina bifida nell’utero.
Con un’operazione di poco invasiva si potrà intervenire sul feto per modificare la malformazione.
Ne ha parlato con l’ANSA Isabella Fabietti, del Centro di Chirurgia Fetale della Clinica Mangiagalli del Policlinico di Milano, intervenuta al convegno “US-Italia. Patient Day 2017”, organizzato presso l’Ambasciata degli Stati Uniti in Italia.
L’intervento avviene durante il secondo trimestre con dispositivi high tech che consentono di operare in utero in endoscopia per ridurre i danni della spina malformata.
In pratica s’incide la parete uterina, si preleva e conserva parte del liquido amniotico, si fa in modo che non vi sia emorragia ed il neurochirurgo può operare ovvero può ricondurre il midollo nella sua sede naturale, cioè nella colonna vertebrale per chiudere poi la cute sopra l’ernia.
Il rischio maggiore sono le contrazioni uterine per cui la gestante, successivamente all’operazione, deve seguire scrupolosamente la prescrizione medica.