Le origini della cartomanzia ancora oggi sono avvolte nel mistero. Secondo alcuni studiosi, sarebbero da far risalire ai cinesi che interpretavano la volontà divina prima attraverso il Domino e poi attraverso le carte. In realtà secondo la teoria più accreditata i veri e primi maestri dell’arte della cartomanzia furono gli Egizi.
Nel 1770 lo studioso Alliette scrisse in merito un saggio affermando che nel famoso incendio della biblioteca di Alessandria l’unico libro sfuggito era appunto di cartomanzia. Nell’antico Egitto i sacerdoti praticavano quest’arte divinatoria servendosi non di carte, ma di sottili foglie d’oro (erano 78 di numero) dove erano incisi misteriosi geroglifici da interpretare per scoprire il volere degli dei. C’è anche una recente teoria secondo la quale la simbologia dei tarocchi è da ricercare nella cultura sumera.
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Le origini italiane della cartomanzia
In Italia la cartomanzia comparve solo nel XV secolo alla corte del Duca di Milano, Filippo Maria Visconti. A sostegno di questa tesi ci sono i documenti ufficiali di corte dell’epoca, i registri pubblici con citazione degli arcani minori, i ritrovamenti di mazzi di carte e le rappresentazioni di mazzi di carte su abiti delle dame di corte.
Oggi i servizi di cartomanzia offerti sono diversi e dei più svariati, se un tempo la lettura di questi oracoli era fatta quasi esclusivamente di persona oggi ci si può avvalere di cartomanzia professionale online stando comodamente a casa. L’unica nota a cui fare attenzione è di scegliere sempre un servizio professionale e di ricordarsi che la divinazione va presa col dovuto distacco senza farsi influenzare, è un modo per comprendere meglio alcune situazioni che si vivono e anche per comprendere meglio se stessi.
La cultura zingara nella storia della cartomanzia
Secondo un’altra teoria, molto accreditata nella tradizione popolare, la diffusione della cartomanzia in Europa si deve agli zingari che erano esperti di questa antica arte divinatoria e la “usavano” per aumentare la loro permanenza nei territori occupati. Infatti per ingraziarsi gli abitanti dei luoghi dove erano di passaggio, predicevano loro il futuro attraverso i tarocchi.
Secondo lo scrittore Antoine Court de Gebelin, i tarocchi derivano da un antico e misterioso libro egizio (quello scampato all’incendio d’Alessandria di cui parlava anche Alliette) di cui sarebbero entrati a conoscenza gli zingari, i quali diffusero la cartomanzia nei villaggi rurali in Europa e da lì questa arte divinatoria giunse nelle corti rinascimentali. Questa tesi è oggi fortemente respinta poiché si ritiene che la cartomanzia abbia fatto un percorso inverso, ovvero dagli ambienti aristocratici di corte sia poi finita relegata alle tavole dei cartomanti zingari.
La Chiesa e la cartomanzia
Come è risaputo ai più, i tarocchi originali presentavano una serie di figure considerate blasfeme dalla Chiesa Cattolica e dai credenti (il Diavolo, il Papa, la Morte), al punto che gli alti prelati cercarono di fermare la diffusione della cartomanzia in Italia definendo i tarocchi la “Bibbia degli esoterici”. Non a caso comparvero diversi mazzi di carte privi delle figure ritenute offensive per i Cattolici. Ricordiamo i Tarocchi del Mantegna nel ‘400, i Tarocchi di Marsiglia nel ‘700, le carte Kipper alla fine dell’800 e le Sibille. C’è una immensa differenza tra i mazzi di carte usati nelle corti e negli ambienti aristocratici che erano colorati, brillanti e preziosi e quelli invece popolari usati nelle osterie dai cartomanti e dalle zingare.
La prima cartomante della storia di cui abbiamo memoria è la francese Marie Anne Adélaide Lenormand, anche nota come Mademoiselle Lenormand amica e confidente di Josephine moglie di Napoleone I, e che darà il nome al nome mazzo di carte Le Sibille (le carte chiacchierine o pettegole). C’è da precisare però che Marie non usava le Sibille che noi oggi conosciamo e non ne fu l’ideatrice e non c’è alcun legame storico conosciuto.
Diffusione delle carte per la cartomanzia
La diffusione delle carte per la cartomanzia hanno traccia in Spagna e risalgono all’epoca medievale, si ritrovano poi in Germania e Francia. Nel 1540 Guillaume Postel pubblicò il volume Clef des Choses cachées (Chiave delle cose occulte), cercando di dare a questa arte divinatoria delle regole precise e diede il via alla moderna cartomanzia coi tarocchi.
Questi ultimi i più esperti sapranno che sono composti da 78 carte: 22 Arcani Maggiori e 56 Arcani Minori. Sono carte che rappresentano delle figure simboliche diverse ad ognuna delle quali si attribuisce una interpretazione anche nell’ordine in cui vengono scelte o aperte sul tavolo del cartomante.